• Una seduta individuale dura 60 minuti. Una seduta di coppia o per una polecola dura 90 minuti.

  • Non esistono tempi definiti per un percorso con uno psicologo. È un falso mito quello secondo cui lo psicologo clinico possa fare solo un certo numero di sedute con un paziente. Ad inizio del percorso (non necessariamente durante la prima seduta) sarà possibile parlare della frequenza e delle aspettative sulla durata del percorso, che non sono però vincolanti né per il paziente né per il professionista.

  • I percorsi per i disturbi sessuologici sono mirati e strategici e, normalmente, durano 6-12 mesi con una frequenza di sedute settimanali. Per ciascuna situazione si possono anche concordare tempistiche differenti.

  • Le prime sedute sono necessarie per raccoglie le informazioni sul caso, se necessario somministrare test diagnostici, approfondire le tematiche che man mano emergono, parlare dell’eventuale sintomatologia, dei motivi per cui si è in consulenza e delle aspettative nei confronti del percorso. Tutto questo non è di solito approfondito in un’unica prima seduta: a volte ci sono tematiche che emergono nel corso delle prime 3-4 sedute. In alcuni casi ci sono tematiche che emergono solo dopo un primo periodo di colloqui, e che potrebbero tradursi in nuovi obiettivi che si aggiungono a quelli iniziali.

  • Una prima seduta individuale di sessuologia è molto simile ad una prima seduta individuale di psicologia. Nella seduta sessuologica il focus sono le difficoltà, i dubbi, gli eventi che riguardano la vita sessuale del paziente.

    Nel percorso sessuologico di coppia la prima seduta è una seduta di coppia da 90 minuti, seguita da sedute individuali da 60 minuti con ciascun membro della coppia. In questa fase si effettuano da 2 a 4 sedute con ciascun membro della coppia. Questo primo periodo è necessario per individuare tutti gli aspetti psicologici, relazionali, fisiologici che possono contribuire ai disturbi sessuologici. Inoltre viene tracciata la storia della coppia, del sintomo, e dell’individuo. Al termine di questa prima fase la coppia torna in seduta insieme, si restituisce una diagnosi laddove sia presente, e si discute della proposta di percorso che più si addice alla situazione. Se è necessario un percorso sessuologico di coppia, dopo i primi incontri anamnestici separati, la coppia procederà con sedute di coppia per tutto il percorso.

    Per le polecole la prima seduta è una seduta di gruppo, le successive sono gestite in base alle necessità e agli obiettivi dei partner.

  • Un percorso di consulenza e di sostegno psicologico non ha come obiettivo quello di dire al paziente cosa deve fare. Gli obiettivi generali di qualsiasi percorso riguardano il fornire strumenti per capire, interpretare e affrontare la propria realtà. La psicologa deve sempre preservare l’autodeterminazione e la libertà del paziente e non gli si può sostituire nello scegliere quale sia la direzione più consona per sé. Quello che può fare la psicologa è supportare, lavorando in relazione con i suoi pazienti; spiegare alcuni aspetti delle dinamiche psicologiche e relazionali delle situazioni descritte dal paziente; aiutare a comprendere, fornendo un punto di vista imparziale, non giudicante; fornire competenze, abilitare o riabilitare il paziente.

  • Una psicologa può fornire consulenza e supporto psicologico, può fare diagnosi, può fornire abilitazione e riabilitazione e prevenzione del disagio psicologico. Tutte queste attività sono sancite dalla legge 56/1989 e sono esclusivo appannaggio degli psicologi e delle psicologhe abilitati e iscritti all’Ordine.

  • Una sessuologa clinica è una professionista sanitaria che specializzata nella diagnosi, nel supporto e nella riabilitazione dei disturbi sessuali.

    In Italia non si tratta di una professione regolata dalla legge, pertanto non esiste un albo nazionale e non viene indicato come specializzazione negli albi di psicologi, medici e altre professioni sanitarie. Tuttavia, la sessuologia clinica è un ambito scientifico a tutti gli effetti, in cui vengono effettuati studi scientifici e che viene insegnata sia in ambito universitario che post laurea. I disturbi sessuologici sono inseriti all’interno dei manuali diagnostici che vengono quotidianamente utilizzati da psicologi, psichiatri e psicoterapeuti per effettuare le diagnosi. Esistono percorsi riabilitativi specifici, basati su evidenze scientifiche, per trattare i disturbi sessuologici.

    Il mio consiglio è quello di affidarsi sempre a figure che siano professionisti sanitari dell’ambito della salute mentale che abbiano una formazione specialistica in sessuologia clinica. Ci sono molte persone che offrono sex coaching, consulenze sessuali e simili, ma non sono persone formate, qualificate e abilitate nell’ambito della salute mentale, non hanno un codice deontologico da seguire (gli psicologi, psichiatri e psicoterapeuti invece si!), e non sono parte di un albo regolato da un ordine che può controllarne l’operato, tutelando sia i professionisti che i pazienti, e che può intervenire con sanzioni disciplinari, sospensione o radiazione nel caso di condotta illecita.

  • Le sedute di un percorso sessuologico somigliano a quelle di un percorso psicologico, nel senso che si tratta di colloqui clinici. Il focus delle sedute sono i pensieri, le emozioni, i sentimenti, i comportamenti, le aspettative e le credenze che riguardano, nello specifico, la sessualità.

    Durante il percorso sessuologico i pazienti potrebbero ricevere degli esercizi da svolgere a casa. In questo caso, gli esercizi vengono svolti in autonomia (non durante la seduta con la sessuologa!) e durante i colloqui vengono riportati i risultati, permettendo di riflettere in seduta su cosa ha funzionato, cosa no, quali aspetti richiedono attenzione e lavoro, dove c’è stato un miglioramento e come si può procedere.

    Per completare l’anamnesi, all’inizio del percorso, ai pazienti potrebbe chiesto di effettuare, se non l’hanno già fatto, delle visite mediche (ginecologica, andrologica, urologica, endocrinologica, a seconda del caso). Questo perché un disturbo sessuologico si può diagnosticare solo nel caso in cui venga esclusa una potenziale causa organica. Anche nel caso di una patologia organica, il percorso sessuologico può essere utile per la gestione e comprensione degli aspetti di pensieri, emozioni e comportamenti nell’ambito della sessualità.